una settimana, un’ora, una notte


Questa settimana è stata come le altre, ma profondamente diversa dalle altre.
Ci sono state le solite lacrime, ma non nella quantità alla quale ormai ero avvezza (e fin qui…meglio!).
C’è stata la giornata di giovedì, nella quale ho avuto il dono di vivere per un’oretta in comunione con la natura, mi sentivo bene, in pace con me stessa ed il mondo vegetale e animale…sentivo di nuovo l’armonia del creato intorno e dentro di me (impossibile descrivere cosa si provi in questi casi…è una sensazione che penso sia vagamente riconducibile a cio’ che provavano i noti Adamo ed Eva prima di combinare il famosissimo guaio).
C’è stata la serata di ieri sera…e qui il discorso cambia.
Discorsi di cuore…ma possibile che io ancora parli di sentimenti??
io? io che ho la testa più confusa di un caffè dissolto nel latte e impossibile da riportare alla condizione originaria?
ripenso alle parole che ho detto…e soprattutto a quelle che vorrei dire e mi sembra di rivedere un film già visto.
Il copione è lo stesso…cambiano gli attori…
Pero’ è pur vero che nella vita, il copione lo scriviamo giorno per giorno se vogliamo, non è detto che si debba per forza seguire la traccia che vediamo per terra solo perchè altri hanno fatto la ns stessa strada.
Presunzione voler credere di arrivare chissà dove creando nuove orme per terra? si…presunzione carissima me che sto’ scrivendo e leggendo contemporaneamente, ancora non hai imparato che tu pensi di pianificare, organizzare, e poi…la vita ti porta dove vuole lei, nei tempi che vuole lei e con chi vuole lei?
Vecchierel bianco, infermo,
mezzo vestito e scalzo,
con gravissimo fascio in su le spalle,
per montagna e per valle,
per sassi acuti, ed alta rena e fratte,
al vento, alla tempesta, e quando avvampa
l’ora, e quando poi gela,
corre via, corre, anela,
varca torrenti e stagni,
cade, risorge, e più e più s’affretta,
senza posa o ristoro,
lacero, sanguinoso; infin ch’arriva
colà dove la via
e dove il tanto affaticar fu volto:
abisso orrido, immenso,
ov’ei precipitando il tutto obblia.
Vergine luna, tale è la vita mortale.

stanotte c’era la luna piena….impossibile non tornare con il pensiero al Canto notturno.
…uso alcuno, alcun frutto indovinare non so. Ma tu per certo giovinetta immortale conosci il tutto.
Potessero i tuoi morbidi raggi illuminare la mia strada,….disseminare scheggie di bagliori sul terreno che devo percorrere affinchè non ci sia più dolore nella mia vita..ti implorerei di farlo.
Non voglio arrendermi ma..so’di non avere forza per sopportare di causare dolore perchè so’ cosa è il dolore.
Ero in mare aperto con le vele strappate dalla tempesta…ora c’è bonaccia…perchè cerco nuovi orizzonti invece di recuperare le forze?
…….perchè…lo so’ benissimo perchè.
Perchè….cio’ che cerco da una vita…è là da qualche parte, ed io non voglio arrendermi al pensiero che forse essere certa che realmente ci sia…è solo utopia, favola, sogno.

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