145 anni

Io volevo esser solo in un modo affatto insolito, nuovo. Tutt’al contrario di quel che pensate voi: cioè senza me e appunto con un estraneo attorno.

Vi sembra già questo un primo segno di pazzia?

Forse perché non riflettete bene.

Poteva già essere in me la pazzia, non nego, ma vi prego di credere che l’unico modo d’esser soli veramente è questo che vi dico io.

La solitudine non è mai con voi; è sempre senza di voi, è soltanto possibile con un estraneo attorno: luogo o persona che sia, che del tutto vi ignorino, che del tutto voi ignoriate, così che la vostra volontà e il vostro sentimento restino sospesi e smarriti in un’incertezza angosciosa e, cessando ogni affermazione di voi, cessi l’intimità stessa della vostra coscienza. La vera solitudine è in un luogo che vive per sé e che per voi non ha traccia né voce, e dove dunque l’estraneo siete voi.

Così volevo io esser solo. Senza me. Voglio dire senza quel me ch’io già conoscevo, o che credevo di conoscere. Solo con un certo estraneo, che già sentivo oscuramente di non poter più levarmi di torno e ch’ero io stesso: estraneo inseparabile da me.

Ne avvertivo uno solo, allora! E già quest’uno, o il bisogno che sentivo di restar solo con esso, di mettermelo davanti per conoscerlo bene e conversare un po’ con lui, mi turbava tanto, con un senso tra di ribrezzo e di sgomento.

Se per gli altri non ero quel che ora avevo creduto d’essere per me, chi ero io?

Vivendo, non avevo mai pensato alla forma del mio naso; al taglio, se piccolo o grande, o al colore dei miei occhi; all’angustia o all’ampiezza della mia fronte, e via dicendo. Quello era il mio naso, quelli i miei occhi, quella la mia fronte: cose inseparabili da me, a cui, dedito ai miei affari, preso dalle mie idee, abbandonato ai miei sentimenti, non potevo pensare.

Ma ora pensavo:

“E gli altri? Gli altri non sono mica dentro di me. Per gli altri che guardano da fuori, le mie idee, i miei sentimenti hanno un naso. Il mio naso. E hanno un pajo d’occhi, i miei occhi, ch’io non vedo e ch’essi vedono. Che relazione c’è tra le mie idee e il mio naso? Per me, nessuna. Io non penso col naso, né bado al mio naso, pensando. Ma gli altri? gli altri che non possono vedere dentro di me le mie idee e vedono da fuori il mio naso? Per gli altri le mie idee e il mio naso hanno tanta relazione, che se quelle, poniamo, fossero molto serie e questo per la sua forma molto buffo, si metterebbero a ridere.”

Così, seguitando, sprofondai in quest’altra ambascia: che non potevo, vivendo, rappresentarmi a me stesso negli atti della mia vita; vedermi come gli altri mi vedevano; pormi davanti il mio corpo e vederlo vivere come quello d’un altro. Quando mi ponevo davanti a uno specchio, avveniva come un arresto in me; ogni spontaneità era finita, ogni mio gesto appariva a me stesso fittizio o rifatto.

Io non potevo vedermi vivere.

Potei averne la prova nell’impressione dalla quale fui per così dire assaltato, allorché, alcuni giorni dopo, camminando e parlando col mio amico Stefano Firbo, mi accadde di sorprendermi all’improvviso in uno specchio per via, di cui non m’ero prima accorto. Non poté durare più d’un attimo quell’impressione, ché subito seguì quel tale arresto e finì la spontaneità e cominciò lo studio. Non riconobbi in prima me stesso. Ebbi l’impressione d’un estraneo che passasse per via conversando. Mi fermai. Dovevo esser molto pallido. Firbo mi domandò:

«Che hai?»

«Niente,» dissi. E tra me, invaso da uno strano sgomento ch’era insieme ribrezzo, pensavo:

“Era proprio la mia quell’immagine intravista in un lampo? Sono proprio così, io, di fuori, quando – vivendo – non mi penso? Dunque per gli altri sono quell’estraneo sorpreso nello specchio: quello, e non già io quale mi conosco: quell’uno lì che io stesso in prima, scorgendolo, non ho riconosciuto. Sono quell’estraneo che non posso veder vivere se non così, in un attimo impensato. Un estraneo che possono vedere e conoscere solamente gli altri, e io no.”

E mi fissai d’allora in poi in questo proposito disperato: d’andare inseguendo quell’estraneo ch’era in me e che mi sfuggiva; che non potevo fermare davanti a uno specchio perché subito diventava me quale io mi conoscevo; quell’uno che viveva per gli altri e che io non potevo conoscere; che gli altri vedevano vivere e io no. Lo volevo vedere e conoscere anch’io così come gli altri lo vedevano e conoscevano.

Ripeto, credevo ancora che fosse uno solo questo estraneo: uno solo per tutti, come uno solo credevo d’esser io per me. Ma presto l’atroce mio dramma si complicò: con la scoperta dei centomila Moscarda ch’io ero non solo per gli altri ma anche per me, tutti con questo solo nome di Moscarda, brutto fino alla crudeltà, tutti dentro questo mio povero corpo ch’era uno anch’esso, uno e nessuno ahimè, se me lo mettevo davanti allo specchio e me lo guardavo fisso e immobile negli occhi, abolendo in esso ogni sentimento e ogni volontà.

Quando così il mio dramma si complicò, cominciarono le mie incredibili pazzie.

Luigi Pirandello – Uno Nessuno Centomila
Quando ho letto questo libro ho cominciato a vedere la mia vita ed il mondo con occhi diversi. Ho capito che in ciascuno di noi si celano tante anime….tanti sono gli occhi che ci guardano. E lo scorrere del tempo non ha fatto altro che confermarlo.

Grazie sig. Pirandello…..lei ha lasciato un segno nella mia vita.

 

 

mi dispiace….

mi dispiace….

Ammettendo che sia in buona fede…ammettendo che creda davvero in quello che scrive e non ci sia in realtà dietro solo il bisogno di vedere me fuori dalla vita di F solo per un bisogno di vendetta e rivalsa…ammettendo tutto questo….mi dispiace.

mi dispiace che lei non abbia capito niente di me.

mi dispiace che cercando il bene di lui….si blocchi dietro la sua sicurezza che io sono un essere stupido e meschino che si approfitti della debolezza di F. e non vada oltre…non faccia lo sforzo di andare oltre se davvero lo ama come dice.

Mi dispiace che non si chieda “perchè”, che non si chieda da chi o cosa lui debba fuggire quando parla di fughe dalla realtà.

Mi dispiace che non si interroghi chiedendosi se davvero sono io la causa del suo malessere…..anzi…se ci crede davvero in quest’assurdità o se la dice solo per ferirmi ed instillare un me un senso di colpa sul quale  fare leva come ha fatto a dicembre dicendomi che “io gli distruggo la vita”.

mi dispiace che continui a pensare a noi due come due idioti che da anni si fanno reciprocamente del male rendendosi volontariamente cieca a tutto il resto che c’è. Perchè è vero…non lo nego che c’è tanto dolore e sofferenza…ma ….cosa ci da la forza di sopportarlo?

Mi dispiace per tutto questo e per mille altre cose che non scrivo……ma oramai mi sono arresa. Ci sono cose che le persone debbono affrontare e capire da soli.

Io negli ultimi anni ho capito tante cose. Ho capito tanto di lui e di lei. Pezzi di puzzle che si sono sistemati rendendomi il quadro della situazione più netto. Mi sono fatta male…..talvolta volontariamente talvolta involontariamente. Ma volevo cercare di capire.

E qualcosa ho capito….qualcosa in più.

Non oso come lei avere la sicurezza di aver capito di tutto…di sapere qual’è il meglio per lui visto che non lo sa neppure lui con chiarezza e determinazione….ed ha l’onestà di ammetterlo.

Ma lei ha deciso che la fonte dei suoi mali sono io……e finchè non avrà il coraggio di guardare in se stessa ed ammettere che non è così….lei non gli sarà d’aiuto.

Perchè lottando contro qualcosa o qualcuno che non è la fonte del problema…il problema resta lì irrisolto.

Dio solo sa quante volte ho tentato di farglielo capire. Dio solo sa quante volte ho pregato perchè ci illuminasse tutti.

Mi dispiace…….ma vorrei capisse che:

– Dio non le ha dato l’incarico divino di risolvere i problemi di F. Nessuno può risolvere i problemi di qualcun’altro se non il diretto interessato …soprattutto se riguarda la sfera dei sentimenti.

– la continua interferenza, il continuo giudizio, il continuo voler essere il “grillo parlante” che purtroppo non è saggio quanto sarebbe necessario perchè offuscato da egoismi primari di voler tutto per lui…quindi non obiettivo, tutto questo fare il trattore per schiacciare la presenza delle sottoscritta ……un giorno potrebbe anche funzionare.

Ma se ti fossi sbagliata? Se alla fine riuscissi davvero a farmi uscire dalla sua vita….ma se invece tra me e lui c’è un grande sentimento…

un incoraggiamento reciproco per affrontare la vita….sei sicura che tu basterai? Sei sicura che troverà un altro amore disinteressato come il mio? Un amore che per anni ha sopportato di vedersi togliere tutto essendo – come tu stessa scrivi e sai – sempre disponibile ad ogni sua richiesta d’aiuto?

Non distruggere qualcosa se non sai a cosa serve….se non sai con certezza quanto sia importante.

Se non vuoi affrontare in te stessa la domanda: ma cosa li terrà uniti dopo anni?  Davvero la risposta è “solo sesso”?

No Lilly…la risposta non è e non può essere quella. Ma devi avere il coraggio di affrontare Tu la realtà prima di dire che non lo fanno gli altri.

Io l’ho fatto…..ho visto le vostre foto, ho letto le vostre cose….ho aperto gli occhi sul mondo che F. mi teneva nascosto.

Per questo ad oggi io non capisco. Ma io ho una giustificazione: io vivo a 700 km. E tutto quel che lui mi vuol tenere nascosto può farlo. Ma tu no. Tu non hai questa giustificazione. Tu la verità ce l’hai sotto gli occhi…basta volerla vedere.

E non sto dicendo che mi ama da morire e che l’unica donna della sua vita sono io e tu non conti niente.

Non sto dicendo e non penso questo. E se aprissi gli occhi come ti invito a fare…lo vedresti con chiarezza.

Mi dispiace che tu ti renda cieca e sorda ad ogni cosa che dico e scrivo….ma tu hai già deciso, il tuo verdetto è emesso: colpevole.

mi dispiace…….tanto.

ma io non posso farci nulla. Solo tu puoi, se vorrai. Ma….dopo tutti questi anni….ormai non ci credo più…..purtroppo che tu voglia davvero il meglio per F non ci credo più. Tu vuoi solo me fuori dalla sua vita. Ma credimi….non penso sia davvero questo il meglio per lui.

E non lo penso perchè l’ho fatto. Mi sono allontanata da lui un milione di volte. Per giorni, settimane, mesi.

L’ho fatto…..ma non è servito a niente. Come non servirà a niente che tu recriminerai che è per colpa mia se ancora dura…che sono io che cerco scuse per riagganciarlo. Non servirà a niente perchè…semplicemente….non è la verità.

 

 

e dopo le rose…

stasera mi regalo il profumo degli oleandri.

Mamma mia che brivido!!!!

Mi stordisce l’inebriante profumo degli oleandri in fiore, quando il sole ne scalda petali e pistilli e l’aria diventa un cuscino di sensazioni dolcissime sul quale cullare i pensieri.

E inizia ogni volta nei caldi pomeriggi estivi il mio viaggio nel tempo.

Aspiro il profumo dell’aria, accarezzo i petali rosa …socchiudo gli occhi e sono bambina.

Bambina nella colonia estiva, bambina nelle solitarie corse sui prati, bambina a guardare il cielo tra i rami dei pini marittimi.

Bambina con in mano i panini riempiti con l’insalata perchè tante cose servite a tavola non mi piacevano…allora noi bimbi riempivamo i panini con l’insalata e mangiavamo allegri quelli lì.

E poi…ahhahahhhahahha….a masticare foglie di rughetta rubate nei prati…..

era fame??? hahahhahah…non lo so…era spensieratezza di bimbi…era gioco…..e si…era pure un po’ fame!!!

e poi…gli oleandri.

Amici silenziosi che regalavano a noi bambine collane di fiori rosa di teneri petali per vestirci da principesse.

Collane, bracciali, diademi.

Che meravigliosa cosa è la fantasia dei bimbi. Ti fa vedere diamanti, rubini e smeraldi tra rami foglie e fiori.

E sono immensamente felice di vederli ancora.

I miei occhi hanno ancora l’innocenza e la leggerezza di bimba…..che brillano allegri tra i mille pensieri da grande.

Si, ne sono fiera. Fiera della mia anima “stupida” che cammina tenendosi per mano con l’adulta che percorre coraggiosa le strade di questo mondo impervio e talvolta crudele.

Un bacio ed un abbraccio globale a tutti gli “stupidi” come me!!!
Grandi che conservano un cuore bambino.

smackkkkkkkkk

Un soffio di piume…..ricordando uno dei miei film preferiti su un’anima bambina in un mondo di adulti Forrest Gump….e la sua piuma!!!!

La vita è come una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!!!

smacckkkkkkkkkk

 

 

rose rosse

Rosse rosse per me…

ho comprato stasera…

Buongiorno Mondo!!!!

Si, oggi mi sento allegra, serena, contenta e solare!

Ieri bella giornata al mare con due mie care amiche, ieri sera ho telefonato alla terza amica del mio magico Trio di “sorelline” : Ass, Palli e Alb.

Stanno tutte bene, eravamo tutte più o meno serene, allegre e tranquille….ho passato una bella giornata…mi son data da fare per casa e stamattina le ultime IMU e ancora tanto da fare…si si…ma lo spirito è sano: non mi sento come nei giorni scorsi dell’ultimo mese e mezzo appesantita dal lavoro, dalle persone con le quali lavoro, da tanti pensieri per le cose che vanno a fatica come un carretto su una strada fatta di sassi appuntiti.

No, oggi mi sento come se mi fossi tolta un sacco di anni da dosso.

e Caro Diario e voi miei buoni amici lettori, siate contenti con me!!!
su su….teniamo botta!

L’imu è andata…..i conti in banca piangono…ma ce la facciamo a tirare avanti.

e ‘sta recessione passerà!!

smack 🙂

16 gennaio 2004 – 13 giugno 2012

Questa è la mia lettera al mondo
che non ha mai scritto a me –
le semplici cose che la natura
ha detto – con tenera maestà.

Il suo messaggio è affidato
a mani che non posso vedere –
per amore di lei – amici miei dolci –
con tenerezza giudicate – me.
Emily Dickinson

13 giugno 2012

Molta follia è saggezza divina –

per chi è in grado di capire –

Molta saggezza – pura follia –

Ma la maggioranza

in questo, in tutto, che prevale –

Conformati: sarai sano di mente –

Obietta: sarai pazzo da legare –

immediatamente pericoloso e presto incatenato.

(1862)

Come allora….pensando alla mia strana vita.

Pensando a chi è proprietario del tuo cuore.

Davvero tanto strana la vita…..tanto tanto strana.

La morte e il cioccolato

Prima i colori.

Poi gli esseri umani.

E’ così che di solito vedo le cose.

O almeno ci provo.

UN SEMPLICE FATTO

Prima o poi morirai.

   In tutta sincerità, mi sforzo di prendere la faccenda allegramente, anche se, a dispetto delle mie proteste, la maggior parte delle persone trova difficile credermi. Per favore, fidati di me. Posso davvero essere allegra. Posso essere amabile. Affettuosa. Affabile. E queste sono solo le parole che cominciano per A. Non chiedermi però di essere bella: essere bella non è da me.

REAZIONE AL SUMMENZIONATO FATTO

Ti preoccupa?

Il mio consiglio è: non avere paura.

Sono leale.

Naturalmente occorre un’introduzione.

Un inizio.

Dove sono finite le mie buone maniere?

   Potrei presentarmi in modo appropriato, certo, ma non mi pare necessario. Potrai conoscermi abbastanza bene e piuttosto in fretta, dipende da alcune variabili. Ti basti sapere che ad un certo punto sarò lì di fronte a te, più cordiale che potrò. Ti terrò l’anima in pugno. Un colore farà capolino dalla mia spalla, e ti porterò via con me, con dolcezza.

   Sarai sdraiato (di rado trovo qualcuno in piedi). Avrai le membra rigide. Forse qualcuno ti scoprirà, e si sentirà un grido risuonare nell’aria. Gli unici rumori che udirò dopo saranno quelli del mio respiro, del mio fiuto, dei miei passi.

   L’interrogativo che devi porti è: che colore assumerà ogni cosa nell’istante in cui verrò da te? Che cosa dirà il cielo?

   Personalmente amo il cielo color cioccolato. Cioccolato scurissimo. Si dice che mi doni. Tuttavia cerco di apprezzare ogni sfumatura che vedo, l’intero spettro. Un miliardo o giù di lì di sapori, nessuno perfettamente uguale all’altro, e un cielo da succhiare piano. Allevia la tensione. Mi aiuta a rilassarmi.

UNA PICCOLA TEORIA

La gente tende a notare i colori di una giornata solo all’inizio

e alla fine, ma per me è chiaro che in un giorno si susseguono

un’infinità di sfumature e di tinte, in ogni istante. Una singola

ora può essere composta da migliaia di colori diversi.

Gialli cerei, azzurri plumbei. Tenebrosa oscurità.

Nel mio lavoro mi picco di notarli tutti.

   Come ho accennato, la mia unica salvezza è lo svago. Mi mantiene sana di mente. Mi aiuta a tirare avanti, tenendo conto che faccio questo lavoro da tantissimo tempo. Il guaio è: chi potrebbe mai sostituirmi? Chi potrebbe prendere il mio posto mentre mi concedo un po’ di ripos in una delle vostre località di villeggiatura, tropicale o sciistica? La risposta, naturalmente, è: nessuno, cosa che mi ha indotta a prendere una consapevole, deliberata decisione, ovvero fare dello svago la mia vacanza. Inutile dire che le mie vacanze le passo osservando i colori.

   Ti domanderai perchè io abbia bisogno di una vacanza. Da che cosa dovrei svagarmi?

   Questo ci conduce al punto successivo.

   Gli esseri umani superstiti.

   I sopravvissuti.

   Sono quelli che non posso guardare, sebbene in molte occasioni non riesca ad evitarlo. Cerco deliberatamente i colori per tenerli lontani dalla mia mente, ma di tanto in tanto mi trovo davanti quelli che sono rimasti indietro, schiacciati sotto un caos di frammenti di consapevolezza, disperazione e stupore.  Hanno cuori feriti. Hanno polmoni schiacciati.

Da “La bambina che salvava i libri” di Markus Zusak

E’ la voce narrante del libro “La bambina che salvava i libri”….la signora Morte che si presenta ai lettori.

In questo 2012 è più facile che in altri anni pensare alla Signora che ci porta via….tante cose brutte stanno accadendo.

Ed io penso alla Morte, e più penso che siamo su questa Terra per amore, per fortuna, per caso e più penso a quanto è importante amare ogni ora di vita, ogni minuto, ogni giorno e viverli in pienezza con noi stessi. Perchè in quell’ultimo minuto….solo una persona ci chiederà conto nel suo ultimo respiro di come abbiamo vissuto i nostri giorni: te stesso.

E quando arriverà quel giorno, vorrei che la mia anima potesse reggere la prova della piuma degli antichi egizi. Un cuore leggero, che non ha pesi di brutture commesse nella vita, o di errori ai quali non ha cercato di porre riparo. Perchè tutti sbagliamo, tutti gli esseri umani sbagliano. Ma la resurrezione ci insegna che si può risorgere dal nostro errore, si può rinascere. Ogni giorno si può rinascere,  come mi scriveva in un commento Mr. Loto qualche tempo fà.

Mi piace fermarmi a riflettere su questo…. e poi la bambina che salvava i libri è ambientato durante la seconda guerra mondiale, e narra di una bambina, della sua famiglia e di un ebreo. La morte ha avuto tanto tanto lavoro in quegli anni….colpa della follia degli uomini.

Non si deve dimenticare, per non commettere di nuovo gli stessi errori.

L’errore di fare del male al prossimo.

L’errore di stare a guardare mentre qualcuno fa del male al prossimo senza fare nulla.

Provo stranissime sensazioni quando rivedo spezzoni in Tv del processo di Norimberga…..quanto è  straordinario l’animo umano?

Quanta grandezza e quanta miseria si possono nascondere dietro un naso, una bocca,  due occhi come li abbiamo tutti?

In un film visto tempo fa che trattava questo argomento mi colpì il finale. Lo psicologo che parlava con i criminali nazisti che poi furono condannati all’impiccagione disse che cercava il motivo per il quale potesse essere accaduto quel qualcosa di ….incomprensibile. Bimbi, donne e uomini torturati, lasciati morire di fame e stenti con solo un numero tatuato su un braccio per dire chi erano, mandati alle camere a gas e nei forni dopo averli spogliati di tutto, anche della dignità.

E la sua conclusione fu che in quelle persone che fecero tanto male a questo mondo mancava una cosa:

l’empatia.

La capacità di immedesimarsi in un’altra persona, di calarsi nei suoi pensieri e nei suoi stati d’animo.

Forse è davvero tutto qui.

Se ogni volta che ferissimo qualcuno provassimo lo stesso dolore che abbiamo inferto,, forse prima di colpire ci penseremmo un pochino di più.

E il lavoro della signora Morte sarebbe un pochino più leggero.