caro me stesso mio


Voglio tempo io, voglio aria,
qui ce l’hanno con me,
ma io sto attento; e a difendermi come posso
ci so fare da Dio,
caro me stesso mio.
Così cantavano i Pooh tanto tempo fà…a difendermi come posso ci so fare da Dio..beati loro.
io a difendermi non ne sono capace, al massimo sto imparando a non espormi più, a nascondermi….la mia vita sentimentale è diventata tentativi di avanzate e rapidissime fughe.
Non importa se corri o vai piano…l’importante è non fermarsi: io non mi sto fermando ma per la verità non so neppure il perchè.
è anche vero che periodi di pausa riflessiva sono auspicabili in certi casi… ed io quindi…nella mia perenne altalena decisionale causata dalla mia viscerale insicurezza alterno momenti di corse ad occhi chiusi senza sapere dove vado a brusche fermate e rapide retromarce.
cosa voglio? …tante cose.
vorrei giustizia ed amore in primis…e li vorrei da una persona che la “giustizia” me la deve per diritto umano di dignità – ed “amore” …. vorrei solo capire perchè l’ha lasciato morire e se non è chiedere troppo quando è morto l’amore per me dentro di lui.
e poi…vorrei la sua amicizia come era un tempo….sarebbe bello.
ma non si può più…no…lei non me lo permetterà mai.
Tutti continuano a dirmi che lei, la donna che è entrata nel nostro rapporto ed ora vive con lui, è un’altra vittima come me.
no…non ci credo.
ho vissuto personalmente i suoi giochetti, l’ho sentita mentire, travisare la realtà, ferirmi volutamente per farmi arrabbiare e litigare con lui, ascoltare conversazioni per riportarne la parte che le interessava mettendola sotto la prospettiva che a lei conveniva, e mille altre cose…
capisco che lo faceva per difendere quello che per lei era “l’amore” nel suo modo di interpretare l’amore….capisco che si usa dire che “in guerra ed in amore tutto è permesso”….ma io dico NO. Non è tutto permesso.
ricordo una notte nella quale il destino di lei era nelle mie mani. Lui che mi guarda e mi dice: facciamo scoppiare la bomba? Lei era a pochi metri da me…dentro casa di lui…noi fuori a parlare. ed io ….pensai a lei, a come si sentiva male, al dolore che provava….e dissi a lui “no”, stasera no….ci sarà tempo.
mi fidai di lui ed ebbi rispetto per lei, anche un po’ di pietà…ma soprattutto rispetto.
approfittare di un momento di sua debolezza era vigliacco.
tornammo in casa….e lei si rannicchiò sul divano nella stessa stanza dove noi stavamo parlando….pensai che aveva freddo, le andai a prendere una coperta e la coprii. Pochi minuti prima avevamo discusso animatamente…una delle conversazioni più dolorose che io ricordi nella mia vita.
Franco in seguito mi disse che avevo compiuto un bel gesto…ma non era per quello che lo feci. Lo feci perchè ho sempre fatto agli altri ciò che vorrei fosse fatto a me, essere trattata con rispetto ed umanità.
Non rinnego di averle rivolto termini volgari…in alcuni momenti in cui mi feriva con la sua fredda cattiveria io perdevo le staffe e mi arrabbiavo..la offendevo pesantemente….ma….cara me stessa mia…una cosa è perdere le staffe per cinque minuti di rabbia …una cosa è avere tutta la situazione freddamente sotto controllo e ferire come e quando ritieni più opportuno.
Tutto ciò che facevo era messo in cattiva luce…se chiamavo ero una rompicoglioni ossessiva che pretende attenzione, arrivò persino a fargli notare che spesso quando chiamavo non gli chiedevo come stava per dire che a me non importava nulla di lui.
lei andò in ufficio da lui così tante volte che poi fu assunta…io se chiamavo toglievo tempo al lavoro…e tutto via così.
ogni volta che cercavo di parlare con qualcuno…mi faceva terra bruciata intorno….con i suoi, con gli amici, con tutti.
Nessuno doveva sapere…se ne parlavo ero un’immatura piagnona che si fa condizionare…Dio mio….perchè ho permesso che tutto questo accadesse nella mia vita?…lo sò…mi fidavo dell’uomo che amavo.
lui mi ripeteva sempre che dovevo solo avere pazienza, aspettare,…che avrebbe asciugato ogni lacrima, ogni sofferenza con il suo amore.
ci credevo…ci credevo.
so che sembra assurdo…ma ci credevo veramente…ero solo un enorme cuore ferito che aspettava che l’uomo che amava, la razionalità era un optional di pochi attimi di vita.
Recentemente ho letto un articolo che mi aveva colpito per il titolo: cosa accade quando intelligenza emotiva ed intelligenza logica entrano in conflitto.
l’autore dell’articolo sosteneva che qualora accada che una persona accumuli nella sua intelligenza emotiva troppe “emozioni” che possano quindi rischiare il corto- circuito (chissà perchè mi sono sentita interessata all’argomento…heheeehhehhe) l’intelligenza logica blocca le comunicazioni emozionali con il mondo esterno per evitare “sovraccarichi” ma lasciando quindi – per così dire – senza nutrimento la sfera emozionale che quindi autoproduce emozioni, precisamente scriveva l’autore autoproduce sofferenza…chissà perchè.
questo spiegherebbe alcuni miei momenti ai confini con il masochismo… rileggermi mail ed sms, ripensare alle cattiverie….scavare nella ferita insomma.
so che mi fa male….e ripenso ad un minuscolo post di qualche giorno fa:
ti amo, fa male.
non è l’amore che fa male…no…i ricordi d’amore mi fanno volare.
fa male la cattiveria e l’indifferenza che hanno oscurato l’umanità che non andava calpestata per nessun motivo.
e Dio mi è testimone che quel giorno di agosto di due anni fa…ho tentato con tutta me stessa di non avviare un percorso di dolore…forse sarebbe finita allo stesso modo, lui e lei insieme…ma quanto dolore ci saremmo risparmiati tutti? bhè…Signore….io adesso non so cosa voglio esattamente, non so più in cosa credere, so che vorrei non soffrire più, che vorrei amare di nuovo, fidarmi di nuovo, volare, ma….dici che riuscirò a dimenticare tutto il male? e riuscirò ad incanalare la rabbia che ho dentro per tutta la cattiveria inutilmente subita? riuscirò a capire quanto sono stata usata come elemento nel loro malato rapporto? e …riuscirò a ritrovare il Franco che conobbi tre anni e mezzo fa, un uomo meraviglioso, stupendo, generoso, sensibile che mi entrò nel cuore come amico sincero e poi come amore?
forse è meglio chiudere tutte le porte del ricordo…ma non so se è la soluzione giusta per me. Non lo so.
intanto….vivo, respiro, sorrido e …hehehehehehh…ho ricominciato lentamente a prendermi cura di me…ho pure perso un po’ di peso, evvivaaaaa
ok…mamma mia quanto ho scritto ..ma ci voleva proprio.
smack a me e a chi è arrivato fin qui!
buona giornata mondo,
buona giornata cara me stessa mia.

3 risposte a “caro me stesso mio”

  1. cara amica dei sogni, qualche volta forse bisognerebbe essere un po figli di puttana e sicuramente si soffrirebbe di meno. ma credo che bisogna nascerci cosi.
    L’importante è dopo tanto soffrire avere la luce di una speranza sempre accesa, perchè nel momento in cui smettiamo di sperare iniziamo a morire.
    un fortissimo abbraccio
    Mario

  2. dolce Angy
    lottare per un sentimento, per un emozione è la vera ricerca della giustizia, una giustizia che spesso fa pendere la bilancia dal verso sbagliato.
    Ti sento cosi vicina.
    Un abbraccio per regalarti un briciolo di calore.
    Mario

  3. è difficile sentenziare su cose così personali e basandosi solo sul post di un blog. Anche io ho il vizio masochistico di scavarmi nelle ferite, come pure quello di farmi tentare da speranze (o utopie) di risanamento dei rapporti per cui rarissimamente rompo i legami con qualcuno. Ma a volte bisognerebbe avere il coraggio di farlo…

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