24 settembre…


Per te Piccola Freccia e per tutti i figli del mondo, figli di questo difficile mondo riporto questa lettera, bellissima, di un padre…un padre come tanti, un padre diverso da tanti altri.
Presto ne pubblicherò un’altra molto diversa…ma oggi voglio dedicarti queste parole, parole di una persona che guardava il mondo, l’amava e soffriva nel contempo.
Sono parole che riporto perchè che è questo quello che vorrei dirti oltre il mio essere mamma, oltre le carezze ed i baci che cerco di darti e rubarti, oltre i rimproveri e le gioie per le piccole cose di ogni giorno, oltre le lacrime che tu asciughi a me ed io asciugo a te, oltre le risate che ci facciamo per le cose che ci divertono…
perchè tu un giorno sarai grande ed io voglio che tu sia degno di essere chiamato Uomo.

Non voglio che tu sia lo zimbello del mondo.
Ti lascio il sole che lasciò mio padre a me.
Le stelle brilleranno uguali,
e uguali t’indurranno le notti al dolce sonno,
il mare ti riempirà di sogni.
Ti lascio il mio sorriso amareggiato:
sperperalo, ma non tradirmi.
Il mondo è povero oggi.
S’è tanto insanguinato questo mondo…
ed è rimasto povero.

Ti lascio la mia lotta incompiuta
e l’arma con la canna arroventata.

Ti lascio il mio cordoglio.
Tanta pena vinta nelle battaglie di un tempo.
E ricorda.
Quest’ordine ti lascio.
Ricordare vuol dire non morire.

Ho gridato, gridato mille e mille volte no,
ma soffiava un gran vento, e pioggia e grandine:
hanno sepolto la mia voce.
Ti lascio la mia storia scritta con la mano
d’una qualche speranza.
A te finirla.
Ti lascio i simulacri degli eroi con le mani mozzate,
ragazzi che non fecero a tempo
ad assumere austera forza d’uomo,
madri vestite a lutto, fanciulle violentate.
Ti lascio la memoria di Belsen ed Auschwitz.
Fai presto a farti grande.
Nutri bene il tuo gracile cuore con la carne
della pace del mondo, ragazzo, ragazzo.

….
Ti lascio accampamenti d’una città
con tanti prigionieri:
dicono sempre di si, ma dentro loro grida
l’imprigionato NO dell’uomo libero.

Così è stato il mio tempo.

IL pane si è fatto pietra, l’acqua fango,
la verità un uccello che non canta.
E’ questo che ti lascio.
Io conquistai il coraggio d’essere fiero.
Sforzati di vivere.
Salta il fosso da solo e fatti libero.
Attendo nuove. E’ questo che ti lascio.
(Kriton Athanausis)

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