mai smettere di giocare

pensando a quei bambini…
a quelli che non ci sono più…
a quelli che dovranno trovare il coraggio di tornare a scuola…
a quelli che sono in bilico fra la vita e la morte…
pensando a voi cari bambini ero arrabbiata, ……..molto arrabbiata
con questo mondo, con tutti…con i buoni e i cattivi.
Noi grandi dovremmo proteggervi (e non ci siamo riusciti)
noi grandi dovremmo amarvi ed insegnarvi ad amare (come? con questo esempio?)
insomma….ero molto ma molto amareggiata, addolorata, inc****ta con il mondo…
poi….un pensiero mi ha riportato un po’ di dolcezza tra tanto amaro:
un film: La vita è bella.
Un ringraziamento al sig. Roberto Benigni per questo capolavoro.
Ed un desiderio: non posso fare nulla per quei bambini lontani, in mondi di guerra, in posti che non sapevo neanche esistessero finchè non li ho sentiti nominare ai telegiornali,…ma vorrei tanto aver la forza e la voglia di far giocare sempre i bimbi che avrò la ventura di avvicinare, conoscere…e per far ciò…spero che il mio cuore non diventi duro, spero di continuare a piangere ogni volta che vedo e sento certe cose.
Quel film ci ha insegnato che volendo…possiamo cercare di nascondere le atrocità delle quali sono capaci i grandi….avranno tempo per capire quanto il mondo sia…una giungla
ora…voglio giocare.

un po’ di malinconia…


mi sento un po’ malinconica…penso al blog.
nell’home page Tiscali invita a tenere il proprio Diario senza lucchetto.
Io diari nella mia vita ne ho sempre scritti (sono smemorata persa..è l’unico modo per far riafforare alla mente piccoli particolari che altrimenti perderei); solo il primo aveva il lucchetto…era un piccolo diario di stoffa rossa…quando lo riapro…mi avvolge una sensazione forte di tenerezza, la mia calligrafia, le mie paure infantili (tipo…sono rimasta incinta perchè ho baciato un bimbo sulle labbra hihihiihihihi)i miei primi sogni su cosa avrei fatto da grande.
IL secondo ed ultimo (di tipo classico) è stato un vero grande amico di un’adolescenza che non mi ha permesso di vivere la crisi adolescenziale (ed io ho deciso di recuperare alla mia veneranda età!!!) ma non l’unico…non sono così introversa, ma…il mio caro amico è stato profanato, non una ma diverse volte.
Mi sono chiesta in che misura fosse colpa mia, della resistenza del mio bozzolo chiuso nel quale non faccio entrare nessuno.
Colpa dei mondi che ci sono in me, che gli altri percepiscono e che vorrebbero condividere, ma trovando la porta d’ingresso principale chiusa cercano vie alternative. Cmq l’ultima profanazione, di pensieri adulti da parte di qualcuno di cui mi fidavo… mi ha fatto troppo male, mi sono sentita violentata nell’anima…come se qualcuno mi avesse voluto spaccare la testa per vedere cosa c’è dentro, cosa che non sono riuscita a perdonare.
Poi…il mio diario è diventato un file in ufficio, in una cartella dimenticata… un diario sofferto…che mi ha accompagnato nel periodo più doloroso della mia vita.
Ed eccomi qui, come scrissi nel mio primo post…cerco me stessa.
Non mi spiace dividere questo mio diario con gli altri come me…anzi grazie a chi condivide i miei pensieri, o almeno parte di essi.
…anche se talvolta temo che potrei scrivere non per me, ma per chi legge, cosa che cerco accuratamente di evitare.
…ricordo da non perdere: io e piccola freccia giochiamo a chi tira più lontani gli aerei di carta…sottofondo “The great Gig in the shy” , a seguire “It’s alla coming back to me now” e poi….e poi…
Bhe’…malinconia…quasi finite le ferie, …meno tempo per il mio diario-blog, meno tempo per leggerne altri, meno tempo per scrivere…meno tempo per …. vivere.
P.S.1: facile dire “bisogna lavorare per vivere e non vivere per lavorare”, ma…in questo mondo il Lavoro diventa un Dio al quale sacrificare se stessi, il proprio tempo; bisogna essere produttivi..altrimenti sei fuori dal gioco.
P.S.2: se avessi fatto scelte diverse….chissà…..continuo a camminare…chissà dove arriverò?..no..non è importante dove arriverò, l’importante è camminare sempre.

il caso, il libero arbitrio, la necessità…..il destino

Vi siete mai chiesti perchè la nostra vita và in un modo invece che in un altro? In che misura certe scelte sono state realmente nostre consapevoli decisioni o è stata la necessità o il caso fortuito ad operarle al nostro posto? Perchè aspettiamo per tanto tempo che qualcosa accada (un evento non determinabile da noi) poi…quando magari non aspettiamo più quell’evento improvvisamente accade e ci lascia spiazzati? Perchè oggi siamo felici e domani soffriamo? Dipende sempre da noi?
La madre di Forrest Gump sostiene che ognuno di noi fà il suo destino…
ognuno deve fare del suo meglio con ciò che Dio gli ha concesso… ma poi…conclude dicendo che la vita è una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita.
o forse…siamo come piume…che il vento trasporta in alto fino al cielo…fà rotolare per terra tra foglie e polvere e poi…riporta in alto nuovamente…
o forse la vita è ….una meravigliosa irripetibile magica alchimia di tutto un po’?

“Queequeg ed io eravamo tranquillamente occupati a tessere ciò che viene chiamata una stuoia a spade, per rendere più robusta la nostra lancia.
Mentre continuavo a passare e ripassare la riempitura o trama di merlino tra i lunghi fili dell’ordito usando le mani come spola, e mentre Queequeg, messo di fianco, faceva ogni tanto penetrare la pesante spada di quercia tra i fili e, volgendo pigramente lo sguardo sull’acqua, metteva a posto ogni trama con noncuranza e inconsciamente, in quel momento regnava ovunque una così strana atmosfera di sogno, dico, sulla nave e sul mare, rotta soltanto dal rumore intermittente della spada, che quello sembrava il Telaio del Tempo ed io stesso una spola che continuasse meccanicamente a tessere il Destino. Ecco i fili fissi dell’ordito soggetto ad una sola vibrazione sempre uguale e ricorrente, calcolata per permettere appena l’incrocio con altri fili. Questo ordito pareva la Necessità . E qui, pensavo, io stesso, con le mie mani, uso la mia spola e tesso il mio destino su questi immutabili fili. Frattanto la spada di Queequeg, indifferente e impulsiva, batteva di traverso di quando in quando la trama, o per storto o forte o piano, come capitava: e questa differenza nel colpo conclusivo produceva un corrispondente contrasto nell’aspetto finale dell’opera: questa sciabola appartenente ad un selvaggio pensavo, che in modo definitivo dà forma a trama e a ordito, questa disinvolta sciabola indifferente dev’essere il Caso: sì, il caso, il libero arbitrio e la necessità per nulla incompatibili, che agiscono tutti intrecciati l’uno nell’altro.
La dritta trama della necessità, che non si lascia distogliere dalla sua rotta finale, e anzi, con ogni vibrazione alterna, tende soltanto a questo; il libero arbitrio, sempre libero di manovrare la sua spola tra fili determinati; e il Caso che, benchè limitato nell’azione entro i diritti limiti della necessità, e obliquamente soggetto, nei movimenti, al libero arbitrio, benchè così circoscritto da entrambi, il caso che alternativamente regola tutti e due e dà agli eventi l’ultimo colpo, quello determinante.”
– MOBY DICK – Herman Melvill

smack