cosa (casa) fatta.

E così stamattina è fatta anche questa.

Mia madre è ufficialmente proprietaria della casa in cui vive. Personalmente sono rimasta “povera”, ma da domani mi auguro di non dover più subire il tormento di tutto ciò che andava fatto per procedere all’acquisto, tra scartoffie e incartamenti e varie.

Ne sono felice per lei…e ne sono felice per i nipotini tutti…l’investimento è stato fatto per loro.

Sono esausta, ma nel mio piccolo, nella mia tana solitaria ne sono felice.

E sono felice anche del riconoscimento di mio fratello per tutto quel che ho fatto e per la difesa del mio diritto di vivere la mia vita.

Non me l’aspettavo da lui…e mi ha fatto immensamente piacere ascoltare quel che diceva. Mi ha “difesa” contro mia madre, dicendo, ribadendo chiaro e limpido quel che si sa….ma che per lei….è inesistente.

Io per mia madre sono inesistente.

La mia persona con i bisogni pratici ed affettivi…per lei esiste solo quando si sente in dovere di rivestire il ruolo del bravo genitore.

Altrimenti sono sempre solo quella che deficita. Che dovrebbe fare sempre di più e sempre meglio.

L’ho pregata, supplicata di capire ed accettare i miei limiti e le mie imperfezioni.

Le ho urlato nella disperazione e nel dolore il diritto ad essere me stessa e sbagliare per vivere la mia vita.

Ma tutto quel che dico….si disperde come sabbia nel deserto portata dal vento.

Nella sua mente c’è lei, le sue convinzioni, il suo modo d’essere.

O sei con lei, o sei contro di lei. Non ha mezze misure.

Per quasi tutta la mia vita sono “stata con lei”….poi ho avuto la mia vita da affrontare. Le mie difficoltà da superare, le mie scelte da fare.

Ho frantumato in mille pezzi la campana di vetro nella quale mi teneva rinchiusa. Mi sono ferita, mi sono fatta male, il mondo mi ha fatto male.

Ma rifarei ogni singola cosa che ho fatto. Perchè sono stata io a volerla fare…il mio cuore, la mia anima.

E se ho sbagliato….sto qui io a leccarmi le ferite. Non le chiedo niente. Le do tutto quel che posso, ma non chiedo nulla.

Forse mi vorrebbe più fragile, forse mi vorrebbe piangere correre ad aggrapparmi alle sue gonne, tra le sue braccia a cercare protezione ammettendo di non farcela da sola.

Mi spiace Mamma, ma continuerò a camminare da sola…perchè è questo che voglio.

E mi spiace che tu viva questo mio bisogno di individualità come un tuo abbandono. Non è così. Dovresti invece essere felice che – bene o male – me la cavo da sola.

E’ chi ci vuole “dipendenti” da se stessi che non ha capito qual’è il nostro vero bene.

Il bene è lasciare spazio all’altro perchè cresca se stesso. Libero di sbagliare e di correggersi se ne ha voglia ed intelligenza.

il Bene è esserci quando c’è bisogno di noi.

A mio figlio ho sempre detto che seguirà la sua strada …..e potrà sempre contare su di me se avrà bisogno. Ma non mi sostituirò a lui.

Non farò ciò che non mi chiede solo per poter dire “con tutti i sacrifici che ho fatto per te”.

E spero di non sbagliare, e spero che se sbaglierò, mi capirà e mi perdonerà.

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