vecchi….spalle al muro, io dico NO!


Avevo quasi diciotto anni quando lavorai alcuni mesi in una casa di cura a lungodegenza, insomma …una casa di riposo.
Non era la prima volta che lavoravo durante le vacanze estive, ma è quella che ricordo con maggior tenerezza.
Fui assunta in qualità di assistente ai piani, ma il mio incarico reale era di far compagnia ai pazienti mentre passavano il tempo nel parco, e aiutare come potevo per le altre cose (rifare i letti, aiutare in sala mensa…).
Tante cose ho imparato che non dimenticherò:
Uno schiaffone ricevuto da una paziente che non voleva fare ciò che la invitavo a fare, le mie lacrime in mezzo al corridoio impietrita come una babbea, e le mie colleghe che ne riparlavano e ridevano come matte.
I lamenti di un uomo mentre assistevo come potevo un infermiere che gli medicava i decupiti, le grida soffocate di dolore e l’odore..un odore che non si dimentica…un odore che parla di lotta contro la morte.
Imparai ad aiutare a mangiare i più bisognosi di una mano ferma, dopo aver molto insistito…perché si vergognavano di dover chiedere aiuto.
Sembra facile imboccare un adulto? bhè…non lo è, devi imparare a farlo con rispetto e amore.
I racconti di un vecchio amante dei viaggi, i suoi rarissimi sorrisi: era un uomo solo, aveva unicamente una sorella suora che veniva a trovarlo ogni tanto.
Non dimenticherò facilmente la sua compostezza, la riservatezza; trasudava dignità…. anche se percorreva quei corridoi in pigiama e ciabatte trascinando lentamente il passo, ma senza fermarsi, senza arrendersi mai.
La tenacia di un altro…che corteggiava con termini a dir poco audaci le altre ospiti.
Se ci ripenso…hahahhahah…mi sembra di arrossire di nuovo mentre ascoltavo sbalordita.
Il patio dove passavamo la maggior parte del tempo, le aiuole rigogliose, piene di impatiens dai teneri colori, il prato di trifogli, e il quadrifoglio che conservai fino a pochi mesi fa, prima di regalarlo a MV.
Gli ospiti erano in maggioranza donne. Quando arrivai erano silenziose, ma con una chiacchierona come me…ripresero a sorridere, le facevo cantare, e loro mi insegnavano…lì imparai le dolci note di Lilì Marlen, la cantavamo insieme, non una, non due, ma un’infinità di volte (confesso che alla fine mi annoiavo un po’…alla ventesima volta più o meno)
Sono orgogliosa di ricordare che le mie colleghe raccontavano a mia madre che era tanto tempo che non vedevano gli ospiti così allegri, pieni di vita.
Avevo portato loro la mia gioventù, la mia gioia di vivere, il desiderio di comunicare , di dare e ricevere, ma la cosa più bella era che ne godemmo entrambi.
C’era uno scambio di calore umano…era bellissimo.
Non ho potuto fare a meno di tornare a quei bei ricordi oggi, ascoltando al telegiornale la notizia della scoperta di un ennesimo “ospizio degli orrori”.
La cosa che mi ha più “fatto arrabbiare” è stata sentire che ben 18 ospiti sono stati affidati ai loro congiunti.
Ma dov’erano i “congiunti” mentre i loro “vecchi” venivano nutriti di cibi avariati, imbottiti di sedativi, “legati su divani rivolti contro le pareti”?
Bhè, certo, pagavano la retta.
Da quando in qua l’amore è diventato solo un assegno da staccare a fine mese?
….non so cosa sarà di me nella vecchiaia…ma Signore, fato, destino, non sò….una cosa oggi ti chiedo: impediscimi con ogni mezzo di dimenticarmi di chi si è preso cura di me quando sarà ora che io mi prenda cura di lei (o lui o loro).
E dimenticare, non vuol dire non pagare la retta dell’ospizio, dimenticare vuol dire “scordare” che sono esseri umani. Oggi come ieri.
Dammi la capacità di trovare sempre tempo per andare a raccontare una barzelletta, portare un cioccolatino di nascosto (altrimenti si alza il diabete e i trigliceridi fanno festa!!!), un fiore, il sorriso di un bambino.
E’ di questo che tutti abbiamo bisogno e più passano gli anni…più ne abbiamo bisogno, la vita ci inaridisce…abbiamo bisogno che altri colorino i nostri giorni con nuova vitalità, in un ciclo senza fine.

Spalle al muro

Quando gli anni son fucili contro
Qualche piega sulla pelle tua
I pensieri tolgono il posto alle parole
Sguardi bassi alla paura di ritrovarsi soli
E la curva dei tuoi giorni non è più in salita
Scendi piano dai ricordi in giù
Lasceranno che i tuoi passi sembrino più lenti
Disperatamente al margine di tutte le correnti
Vecchio, diranno che sei vecchio
Con tutta quella forza che c’è in te
Vecchio, quando non è finita
Hai ancora tanta vita
E lanima la grida
E tu lo sai che c’è
Ma sei vecchio
Ti chiameranno vecchio e tutta la tua rabbia viene su
Vecchio si
Con quello che hai da dire
Ma vali quattro lire
Dovresti già morire
Tempo non ce n’è più
Non te ne danno più
E ogni male fa’ più male
Tu risparmia il fiato prendi presto tutto quel che puoi
E faranno in modo che il tuo viso sembri
Stanco inesorabilmente più appannato per ogni pelo bianco
Vecchio
Vecchio
Vecchio, mentre ti scoppia il cuore
non devi far rumore anche se hai tanto amore
Da dare a chi vuoi tu
Ma sei vecchio
Ti insulteranno vecchio
Con tutta quella smania che sai tu
Vecchio sì e sei tagliato fuori
Tu e le tue convinzioni le nuove son migliori
Le tue non vanno più
Ragione non hai tu
Vecchio sì, con quello che faresti
Adesso che potresti non cedi perché esisti
Perché respiri tu.

come sarebbe bello avere sempre il desiderio di portare un po’ di luce a chi ne ha bisogno…

6 risposte a “vecchi….spalle al muro, io dico NO!”

  1. ciao sono neve, grazie tanto per il commento che hai lasciato nel mio blog… grazie tanto… mi ha fatto un piacere che non immagini…anche il tuo blog è molto bello…spesso capito e lo leggo, è emozionante.
    grazie ancora…
    bacia anche a te
    Neve

  2. non sono una che lascia commenti “per lasciarli” o perche abitualmente lascio il mio parere sui blog amici. clicco quel “aggiungi un commento” solo quando c’è qualcosa che mi emoziona, mi fa pensare, reagire, che trovo speciale x qualche motivo. e questo tuo post è da incorniciare.

  3. angy..un vissuto della tua tenera’ eta’ che mi dice di non essermi sbagliato su di te..anzi rafforza il mio pensiero sulla tua dolce xsona.
    p.s. quando sarai anziana ti curero’ io,non sarai sola..ti assistero’come tu hai fatto con quelle xsone sole..spero di essere alla tua altezza..
    p.s. 2 ehm…ma io sono un bel po’ piu’grande di te…beh..mi allenero’..:)

  4. I vecchi sulle panchine dei giardini
    succhiano fili d’aria e un vento di ricordi
    il segno del cappello sulle teste da pulcini
    i vecchi mezzi ciechi i vecchi mezzi sordi
    i vecchi che si addannano alle bocce
    mattine lucide di festa che si può dormire
    gli occhiali per vederci da vicino a misurar le gocce
    per una malattia difficile da dire
    i vecchi tosse secca che non dormono di notte
    seduti in pizzo al letto a riposare la stanchezza
    si mangiano i sospiri e un po’ di mele cotte
    i vecchi senza un corpo i vecchi senza una carezza
    i vecchi un po’ contadini
    che nel cielo sperano e temono il cielo
    voci bruciate dal fumo dai grappini di un’osteria
    i vecchi vecchie canaglie
    sempre pieni di sputi e consigli
    i vecchi senza più figlie questi figli che non
    chiamano mai
    i vecchi che portano il mangiare per i gatti
    e come i gatti frugano tra i rifiuti
    le ossa piene di rumori e smorfie e versi un po’ da
    matti
    i vecchi che non sono mai cresciuti
    i vecchi anima bianca di calce in controluce
    occhi annacquati dalla pioggia della vita
    i vecchi soli come i pali della luce
    e dover vivere fino alla morte che fatica
    i vecchi cuori di pezza
    un vecchio cane e una pena al guinzaglio
    confusi inciampano di tenerezza e brontolando se
    ne vanno via
    i vecchi invecchiano piano
    con una piccola busta della spesa
    quelli che tornano in chiesa lasciano fuori
    bestemmie e fanno pace con Dio
    i vecchi povere stelle
    i vecchi povere patte sbottonate
    guance da spose arrossate di mal di cuore e di
    nostalgia
    i vecchi sempre tra i piedi
    chiusi in cucina se viene qualcuno
    i vecchi che non li vuole nessuno i vecchi da
    buttare via
    ma i vecchi, i vecchi, se avessi un’auto da
    caricarne tanti
    mi piacerebbe un giorno portarli al mare
    arrotolargli i pantaloni e prendermeli in braccio
    tutti quanti
    sedia sediola… oggi si vola… e attenti a non sudare

  5. carissima
    molto bello il tuo post
    tante volte basta veramente poco per rendere felice una persona specie se è anziana e sola
    anche solo un piccolo aiuto alla dannata bilancia del supermercato o una parola nell’attesa di una visita medica
    l’importante è farlo con un sorriso

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