il giocattolo con l’anima

Sabato ero proprio ottimista…non ho resistito 48 ore senza chiamarti.
Non ce la faccio a non pensarti.
Oggi hai acceso il cell poco prima di pranzo…la parte più ottimista di me ha pensato che l’avessi fatto per me, ma…alla fine mi è mancato il coraggio di chiamarti. Ho troppa paura di affrontare il momento in cui ti parlerò di nuovo…paura di sentire cose che mi feriscano.
E stamattina…sono crollata,ti pensavo, ti pensavo, pensavo a te e me…

Tutti hanno un’anima.

Era bello lì tra gli altri giocattoli, tu e gli altri l’osservavate valutando se era proprio il migliore,…non eri molto deciso, altre cose ti incuriosivano di più, lo lasciasti dov’era…e te ne dimenticasti.
Passò del tempo, accaddero cose sgradevoli nella tua vita ed eri triste, molto triste…finchè un giorno lo vedesti di nuovo.
Sembrò che in tutto quel tempo non avesse fatto altro che aspettare il momento in cui vi sareste reincontrati, trovati.
Facesti tutto ciò che era in tuo potere per conquistarlo, per meritarlo.
Il tuo unico desiderio era che fosse tuo, quasi percepissi che anche lui voleva appartenere proprio a te.
E finalmente fu meraviglioso.
Tu e lui, lui e te…vicini seppur lontani…lontani due mondi.
Ti isolavi dal resto del mondo per vie dimenticate dagli uomini, in mezzo ai boschi…e parlavate dei raggi di sole che filtravano tra i rami.
Gli parlavi del tuo posto segreto…protetto dalla natura amica e silenziosa perchè nulla turbasse la magia di quei momenti…il risplendere delle stelle, i sogni al chiaro di luna, i profumi della primavera.
Era pace mentre raccontavi a lui di te, della tua vita…lui ti ascoltava e lo sentivi sorridere.
Giocare insieme era allegria, ed ogni piccolo grande attimo rubato valeva un’immensità.
I sogni erano preludio di felicità…meravigliosi nuovi orizzonti ammirati da finestre spalancate.
Anche lui ti comunicava i suoi sogni, i suoi ricordi e tu ti prendevi cura di lui come mai prima nessuno aveva fatto.
Sistemavi le parti rovinate, rinforzavi i punti deboli…e gli facevi capire quanto era importante per te…e lui…ti era grato per quest’amore mai provato prima.
Un giorno venne qualcuno a bussare alla tua porta…ricordandoti che avevi altro da fare, altri impegni presi da portare a termine e tu…non ti negasti.
Eri triste, a malincuore lo lasciasti,…augurandoti che lui “capisse” che dovevi mantener fede alle tue responsabilità.
E lui capì. Era molto triste perchè non era più il tuo unico diletto, ma sorrideva nel sentirti felice e sereno, anche se talvolta…ti metteva un broncio che durava pochi istanti.
Ma come esprimere la sua gioia quando eravate insieme? Si può dire la gioia del bambino che corre incontro alla mamma all’uscita di scuola? Si può descrivere la felicità di un affamato che viene nutrito?
…ore di attesa valevano l’istante in cui tutto tornava come prima ed era tenerezza, desiderio, gioia, premura, cura.
Ma…la tua vita si complicò di nuovo, tutto era più difficile, più faticoso.
Talvolta lo cercavi solo per sfogarti con lui. Gli parlavi con rabbia, gli raccontavi i tuoi problemi dicendogli che solo lui sapeva capirti e perdonarti.
Lui…sentiva il cuore andargli in pezzi, cercava di non pesarti. Talvolta ti confessava quanto gli mancavi e tu lo rimproveravi di non capirti.
Gli mancavi da morire…si sentiva inutile ma imparò a nascondere il suo dolore per non darti altri pensieri.
Capiva di non riuscire più a farti ridere e si domandava se la sua vita aveva ancora un senso.
Faceva quello che poteva, ti stava accanto, quasi senza parlare più … cercando di essere pronto quando avevi bisogno di lui, più passava il tempo più si annullava per te, ma per te…non era abbastanza.
Ma per quanti sforzi facesse…ti vedeva allontanare…alle prese con i tuoi problemi da “grande” che lui non capiva, sperava che volevi ancora fuggire con lui nel vostro posto felice…un posto che non c’era – se non per voi.
Passavano i giorni…e vi allontanavate, e divenivano sempre più rari i momenti in cui tu e lui vi trovavate di nuovo…ma tutto e niente era più come prima.
Tu stavi crescendo…lui aveva imparato il significato profondo del dolore. Entrambi dimenticaste come si giocava insieme.
Accadde che un altro lo vide. Lo trovò…era triste, solo, l’ombra di se stesso, disilluso, sfiduciato.
Non credeva più in se stesso, non sapeva più chi era, cosa era giusto e cosa sbagliato,e si domandava se avrebbe mai più trovato qualcun altro con cui valesse la pena di giocare, rischiando di soffrire di nuovo un abbandono.
…ma soprattutto pensava che mai più sarebbe stato felice come lo era stato con te.
L’altro prendeva il giocattolo quando poteva, di nascosto e …ricominciò a farlo sentire di nuovo vivo.
Lui pensava sempre a te…sempre…ma lentamente sulle sue labbra ritornò il sorriso…non era più tanto solo.
Te ne accorgesti, qualcosa era cambiato in lui.
Era più forte, talvolta anche un pò spavaldo. Un giorno ti disse che un altro giocava con lui, qualcuno che c’era sempre, visto che tu ti comportavi come se non lo volessi più.
Ti arrabbiasti, avresti voluto buttarlo via per l’ira, ti sentivi tradito, deluso, molto deluso. Ma in cuor tuo…sapevi che lui…aveva ragione.
Accecato dalla rabbia e dal desiderio di vendetta non hai visto quanto lui in realtà anelava solo a te, e…per sfogarti…cercasti un’alternativa.
Volevi dirgli che non era l’unico sulla terra…e gli dimostravi che potevi anche tu giocare con altri.
Vi riavvicinavate e contemporaneamente vi allontanate di nuovo, come su un’altalena che ondeggia….
cosa è accaduto dopo?
…un addio non addio.
Purtroppo questa non è una favola nella realtà…e non vissero insieme felici e contenti per tutto il resto della loro vita.
cosa è accaduto?
sinceramente non l’ho capito…forse solo che la vita è beffarda.
Ti regala tanti momenti speciali, indimenticabili; istanti che danno un senso a tutta l’esistenza.
e poi…senza un apparente motivo…sembra che ti svegli da un sogno…e che hai immaginato tutto, nulla resta di quei momenti…fuorchè i ricordi..e quasi quasi dubiti anche di quelli…ti chiedi se non hai frainteso tutto, come se avessi vissuto anni vedendo gli avvenimenti riflessi da specchi deformanti.
ma…in cuor tuo…sai che non è così.
…questa è una storia semplice, bella come il sorriso di un bambino, lieve come il battito d’ali di una farfalla, candida come un fiocco di neve immacolato, tutto questo “è” per chi scrive.
Una storia che un finale ancora non ce l’ha….almeno spero, perchè credo.
Credo nella bontà delle persone, credo che l’amore in fondo vince sempre….
forse sono davvero una “scema molto ingenua” che crede ancora nelle favole.

Una risposta a “il giocattolo con l’anima”

  1. 8 dic. ore 14.30: ….perchè quel mess?
    era un piccolo sfogo, si puo’ essere bastardi dentro già a 10 anni?….e molto altro ancora.
    …adesso qualcosa brilla nei miei occhi.

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