punti interrogativi


se fossi un carattere di questa tastiera sulla quale scrivo….certamente sarei un punto interrogativo.
Sto’ ascoltando un gran bel brano di musica jazz…morbida, sensuale e vitale al tempo stesso…mi viene in mente la canzoncina degli Aristogatti: tutti quanti voglion fare jazz perchè resister non si puo’ al ritmo del jazz…
? da dove nasce la mia insicurezza?
? da dove esce la mia fame d’amore?
? perchè io non ho ancora imparato ad amarmi?
? perchè non me ne ero accorta fino a pochi anni fa’?
? perchè non ritrovo stabilità?

…cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose – sulla gente…. avrei bisogno di….

quando questi pensieri finiranno di sconvolgermi la testa?
Ho tentato tante cose…tante…fuorchè arrendermi a questa vita che non voglio più.
Annaspo, combatto…ma è come se mi trovassi sempre più in basso e sempre minore forza di volontà di tornare a galla.
Forse mi manca un vero movente…una meta.
Non ho mai avuto desideri per me…questo è il problema.
Qualcuno da amare, a cui dedicare tutti i miei atti, i miei pensieri, da quando aprivo gli occhi al mattino a quando il sonno mi vinceva la sera…questo era lo scopo della mia vita.
ora cosa penso?
penso alla canzone di Masini: io non ti sposerò.
mi sembra di non aver mai sentito parole più sagge in tutta la mia vita:

io non ti sposerò perchè non sarei io
la vita la vivrò amando a modo mio
io non pronuncerò le solite promesse davanti alla città e a un Dio che io non sò
io non ti sposerò per bruciare lentamente ogni emozione
e cadere in braccio all’abitudine
per addormentarsi alla televisione in pantofole
io non ti sposero’ per credere all’idea che quando lo faro’
sarai per sempre mia
non ti regalero’ carezze e tradimenti
la nostra dignità io la difenderò
– ma non ti sposerò –
io non sorriderò nella fotografia della felicità che il tempo porta via
io non ti chiederò di rinunciare al mondo
all’eventualità di dirmi anche di no
io non ti sposerò per riempire i nostri vuoti con un figlio
e non fare più all’amore prima o poi
ma cercare in fondo al cuore un po’ d’orgoglio
per salvare lui…
io non ti sposerò
per quello che non sei
e se ti perdero’ tu non ti perderai
saremo solo due canzoni senza tempo
le mie come le tue che sempre cantero’
…ma non ti sposerò – io non ti sposerò
PERCHE’ L’AMORE E’ UN ALTRO SI
CHE NON SI PUO’ PRETENDERE
TI SPINGE ALL’ANGOLO DEL RING …MA TI FA’ VIVERE
LO SO’…. e non ti sposero’
e allora amore mio abbraccia questa vita nella sua libertà
con me ti porterò…
…….e lì ti sposerò.

sognare…forse è per non sognare che non vado a dormire? …..hahhahhahah
chi mi conosce risponderebbe che non dormo per i 7/8 caffè quotidiani che mi prendo…ma loro non sanno che sono i pensieri che non vogliono lasciarmi stare e non mi mandano a dormire.
Domande…domande alle quali non trovo risposta.
perchè non mi accontento? perchè?
perchè … se ci penso bene, le persone che amo di più sono quelle che pretendono di più da me, quelle che mi sfuggono…quelle per le quali c’è da lottare?
e perchè poi…se mi ritrovo ad aver vinto…mi rendo conto che…non avrei dovuto lottare per avere amore…che avrei voluto averlo “gratis”…avrei voluto essere amata semplicemente per come sono?…perchè mi sembra che devo sempre “sudare, conquistare, pagare” ogni briciola d’amore?
e perchè se invece c’è chi dice di amarmi senza chiedermi nulla mi sembra che nutra un sentimento di qualità inferiore?
uffffffffffffff
forse il problema è aver nutrito troppo tempo dentro di me pensieri di infelicità che qualcuno (lui) mi ha lasciato come dote ed io li ho tenuti, coltivati…come un suo dono d’amore…un dono d’amore che lentamente si è mangiato la mia voglia di vivere.
storia di una lacrima…questa canzone mi dedicasti un tempo incalcolabile fa’…e tante altre storie di lacrime…che ho fatto diventare parte di me, della mia pelle, del mio corpo, della mia anima.
come estirparle? ma soprattutto…voglio estirparle? toglierle vorrebbe dire ripudiarti…come faccio a farlo?
ed io qui…a scrivere di te…di te che pochi minuti fà per l’ennesima volta mi avevi detto parliamo, preannunciandomi che mi avresti detto cose che mi avrebbero fatto male…invece? all’ora giusta non c’eri…poi…mi hai chiuso il tel in faccia.perchè? hai deciso di “graziarmi”? o hai “finalmente” deciso di non dirmi il famoso Basta, semplicemente non parlandomi più?
una nota positiva….non ho pianto quando il tuo cell era spento…oramai non mi fà più male, la soglia del dolore si è molto innalzata.
mi ripeto forse…ma è una verità che ho imparato:
ciò che non ti uccide ti rende più forte.
bhe’…se non la smetto qui non la smetto più. basta scrivere, anche se i miei pensieri trascritti sono più facilmente imbrigliabili….sembra quasi che tutto trovi di nuovo un senso; ma domani mi aspetta un’altra dura giornata di lavoro, ed anche trascrivere i pensieri diventa un lusso.
notte….smack

3 risposte a “punti interrogativi”

  1. azz ke post lungo,xò mi sembra interessante,leggendo qualk parola qua e là…..siccome a qst’ora ho il cervello ingrippato ti auguro una buona notte***blacK**

  2. Solo et pensoso i più deserti campi
    vo mesurando a passi tardi e lenti;
    et gli occhi porto per fuggire intenti
    ove vestigio human la rena stampi.

    Altro schermo non trovo che mi scampi
    dal manifesto accorger de le genti,
    perché ne gli atti d’allegrezza spenti
    di fuor si legge com’io dentro avampi;

    sì ch’io mi credo omai che monti et piagge
    et fiumi et selve sappian di che tempre
    sia la mia vita, ch’è celata altrui.

    Ma pur sì aspre vie né sì selvagge
    cercar non so, ch’Amor non venga sempre
    ragionando con meco, et io con lui.

    Francesco Petrarca (Canzoniere, sonetto XXXV)

    Oggi pomeriggio – sono appena rientrato – ho posato di sfuggita la mano sulla sua tomba…

  3. Ricambio la visita, e trovo subito citata una canzone a me carissima: quella degli Aristogatti. Il testo originale della canzone (in inglese) dice qualcsoa del tipo “tutti quanti vogliono essere un gatto”, sul bellissmo dixieland scatenato che fa crollare il pianoforte da un piano all’altro. Il tema profondo è, quindi, quello dell’identità personale e degli sforzi che facciamo per assomigliare a quel che vorremmo essere. Così finisce che quel motivetto forse dica qualcosa (o possa consolarti) in un momento, mi pare, di tristezza.
    un saluto

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